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Un incontro tra arte e fede
Le opere giovanili di Gian Lorenzo Bernini, Anima beata e Anima dannata, rappresentano un momento cruciale nella storia dell’arte barocca. Realizzate nel 1619, quando l’artista aveva solo 21 anni, queste sculture non sono solo capolavori tecnici, ma anche profonde riflessioni sulla condizione umana e sul destino dell’anima. L’esposizione, che si tiene ai Musei Vaticani grazie alla collaborazione con l’Ambasciata di Spagna, offre un’opportunità unica per ammirare queste opere, raramente visibili al pubblico.
Le due anime: simboli di opposte condizioni
Le sculture rappresentano due stati dell’animo umano: l’Anima beata, con il suo volto estatico, guarda verso l’alto, simbolo di speranza e salvezza, mentre l’Anima dannata, con un’espressione di angoscia, è rivolta verso il basso, rappresentando la disperazione e la dannazione eterna. Queste opere, commissionate da un alto prelato spagnolo, riflettono la profonda religiosità del XVII secolo, un periodo caratterizzato da una intensa devozione e da una ricerca del divino attraverso l’arte.
Un’esposizione di grande rilevanza culturale
La mostra, curata da Barbara Jatta e Helena Pérez Gallardo, è allestita nella Pinacoteca Vaticana e segna l’inizio degli eventi culturali in preparazione del Giubileo 2025. La presenza di figure di spicco, come il Cardinale Fernando Vérgez Alzaga e l’Ambasciatore del Regno di Spagna, sottolinea l’importanza di queste opere nel contesto attuale. Come afferma Barbara Jatta, la scelta di esporre queste sculture in prossimità dell’Anno Giubilare è significativa, poiché evidenzia il valore di Bernini come artista universale, capace di esprimere i moti dell’animo umano in modo straordinario.