L’arte dell’abbinamento: il Marzemino passito e la cucina contemporanea

Scopri come il Marzemino passito si sposa con piatti moderni e tradizionali.

Un viaggio sensoriale tra cibo e vino

Nel mondo della gastronomia, l’abbinamento tra cibo e vino rappresenta un’arte raffinata, capace di esaltare i sapori e creare esperienze indimenticabili. In questo contesto, il Marzemino passito emerge come un protagonista inaspettato, capace di accompagnare piatti salati con una delicatezza sorprendente. La Cantina San Michele di Capriano del Colle, sotto la guida esperta di Mario e Elena Danesi, ha saputo valorizzare questo vitigno, rendendolo un compagno ideale per una cucina che spazia dalla tradizione all’innovazione.

La magia del Marzemino passito

Il Marzemino passito, con il suo residuo zuccherino che varia tra i 90 e i 137 gr/l, offre un profilo aromatico complesso e intrigante. Questo vino, prodotto solo nelle annate favorevoli, viene ottenuto attraverso un processo di appassimento in cassetta, seguito da una fermentazione in vasche di acciaio e un affinamento in tonneau e barrique di rovere francese. Il risultato è un vino che non solo si distingue per la sua dolcezza, ma anche per la sua capacità di abbinarsi a piatti salati, creando un equilibrio perfetto tra dolce e salato.

Piatti che esaltano il vino

Durante un recente evento al ristorante L’Alchimia, i commensali hanno potuto assaporare un menu che ha saputo esaltare le caratteristiche del Marzemino passito. Tra i piatti proposti, i Tortelli di Castelmagno e arancia con salsa mugnaia e salvia hanno colpito per la loro freschezza, mentre la Polenta morbida con Raspadura e tartufo nero ha offerto un’esperienza di gusto avvolgente. Ogni portata è stata pensata per interagire con il vino, creando un dialogo tra i sapori che ha sorpreso anche i palati più esperti.

Un vitigno con una storia affascinante

Il Marzemino, vitigno di origine caucasica, ha una storia che affonda le radici nel XVI secolo. La sua presenza nel territorio bresciano è documentata da storici come Agostino Gallo, che ne ha descritto le caratteristiche nel contesto dell’agronomia rinascimentale. Oggi, grazie a studi condotti in collaborazione con l’Università di Milano, è stato possibile identificare biotipi differenti di Marzemino, conferendo a questo vino una personalità unica e distintiva.

Un futuro promettente per la Cantina San Michele

La Cantina San Michele, con i suoi 16 ettari di vigneto e una produzione di settantamila bottiglie, rappresenta un esempio di come tradizione e innovazione possano convivere armoniosamente. Con la vendemmia 2018, tutti i vini prodotti sono certificati bio, un passo importante verso la sostenibilità e la qualità. I giovani produttori Mario ed Elena Danesi continuano a esplorare nuove frontiere nel mondo del vino, portando avanti una tradizione che si rinnova costantemente.

Scritto da Redazione

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