Un’opera senza confini
Nel panorama letterario contemporaneo, ‘La Riga Infinita’ di Natale Antonio Rossi si erge come un’opera audace e innovativa, capace di sfidare le convenzioni tradizionali del romanzo. Presentato al prestigioso Premio Strega 2025, questo romanzo si distingue per la sua struttura unica, composta da una pagina bianca e una stampata, ripetute per 363 volte. L’autore invita i lettori a diventare co-creatori della storia, utilizzando il foglio pulito per continuare la narrazione, un’idea che rievoca la rapidità del racconto di Italo Calvino.
Un mosaico di storie
Rossi non si limita a presentare una trama lineare, ma offre un mosaico di 178 storie brevi, ognuna delle quali varia tra le 11 e le 30 parole. Questa scelta stilistica non solo stimola la creatività del lettore, ma pone anche l’accento sull’importanza della narrazione collettiva. La prima parte del libro si concentra sulle vittime del Mostro di Firenze, restituendo loro dignità e voce attraverso una narrazione che si avvicina all’intervista giornalistica. Rossi utilizza informazioni reali per costruire un racconto emotivo, intrecciando fatti e suggestioni in un’opera che si fa portavoce di una verità spesso trascurata.
Un viaggio tra realtà e finzione
La seconda parte del romanzo si addentra nello studio di atti processuali e documenti giudiziari, creando un ponte tra realtà e finzione. Rossi si propone di esplorare interrogativi irrisolti, dando vita a un dialogo tra il passato e il presente. La sua scrittura si distingue per la capacità di coinvolgere il lettore in un’esperienza immersiva, dove ogni pagina diventa un’opportunità per riflettere e interagire. L’autore stesso sottolinea come la sua opera non abbia un genere definito, ma rappresenti piuttosto un ‘romanzo dei romanzi’, capace di abbracciare e superare le barriere tra i vari generi letterari.