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Un contenzioso che affonda le radici nel passato
La storia di Massimo Canale, marittimo viareggino, si intreccia con quella della potente famiglia Berlusconi da oltre due decenni. La sua avventura professionale inizia nel 1994, quando, a soli 17 anni, viene chiamato a sostituire un marinaio infortunato su uno yacht di Silvio Berlusconi. Da quel momento, Canale diventa una figura di fiducia per la famiglia, lavorando per anni sugli yacht privati e nella residenza di Paraggi, in Liguria. Tuttavia, la sua storia si è trasformata in un contenzioso legale che ora approda in Cassazione, con la richiesta di oltre 500mila euro di arretrati non pagati.
Le rivendicazioni di Massimo Canale
Canale ha avviato la sua battaglia legale nel 2020, rivendicando il pagamento di somme dovute per ore di lavoro straordinario, turni notturni e festivi, oltre a giornate di riposo non compensate. Secondo quanto dichiarato, il marittimo ha lavorato per sette giorni su sette, ma le sue mansioni non erano sempre chiaramente definite. La situazione si è complicata ulteriormente quando un contratto conciliatorio, accettato da entrambe le parti, è stato annullato dalla Corte d’Appello di Genova, riaprendo così le porte a una nuova fase del contenzioso.
Il ruolo di Pier Silvio Berlusconi
Il rampollo della famiglia Berlusconi, Pier Silvio, si trova ora a dover affrontare questa sfida legale. La sua relazione con Canale è stata caratterizzata da anni di fiducia e collaborazione, ma ora si è trasformata in un conflitto che potrebbe avere ripercussioni significative. Durante l’udienza in Cassazione, sono previsti numerosi testimoni, tra cui membri della scorta personale di Pier Silvio, che potrebbero fornire ulteriori dettagli sulla natura del rapporto tra le parti coinvolte. La questione non è solo di natura economica, ma solleva interrogativi sulla gestione dei rapporti di lavoro all’interno di una delle famiglie più influenti d’Italia.