Il futuro dello Yacht Club di Como: tra sport e commercio

Il Comune di Como chiede chiarimenti sulla gestione dello Yacht Club e le sue attività.

Un’inchiesta sulla gestione dello Yacht Club

Negli ultimi anni, lo Yacht Club di Como ha visto un’evoluzione significativa, spostando il focus dalla tradizionale attività sportiva a un approccio più commerciale. Questa transizione ha sollevato interrogativi e preoccupazioni, tanto che il Comune di Como ha deciso di intervenire formalmente per chiarire la situazione. Valentino Chiarion, dirigente del settore Patrimonio e Sport, ha inviato una comunicazione ufficiale per richiedere dettagli sull’uso della sede sociale, concessa in affitto ormai venticinque anni fa.

La concessione e le sue implicazioni

Il contratto di locazione, stipulato nel 2000 e successivamente integrato nel 2007, ha previsto un canone annuale di 34.400 euro, oltre a ulteriori 34.000 euro per la concessione demaniale. Tuttavia, la questione centrale riguarda l’effettivo rispetto delle finalità statutarie dell’associazione, che è riconosciuta come ente senza scopo di lucro. La realizzazione di un secondo piano nell’edificio ha incrementato il valore della proprietà, ma ora si pone la questione se le attività commerciali abbiano preso il sopravvento su quelle sportive.

Le contestazioni e le richieste del Comune

Le recenti contestazioni da parte dell’ex presidente Silvio Santambrogio hanno messo in luce potenziali irregolarità nella gestione fiscale degli incassi. Santambrogio ha sollevato dubbi riguardo al corretto trattamento fiscale di alcune entrate, spingendo l’associazione a richiedere assistenza legale per sanare eventuali omissioni. Il Comune, ora, chiede prove concrete che dimostrino la prevalenza dell’attività sportiva rispetto a quelle commerciali, nonché la presentazione degli ultimi due bilanci per verificare la conformità alle norme statutarie.

Un futuro incerto per lo Yacht Club

La situazione attuale dello Yacht Club di Como è quindi caratterizzata da un clima di incertezza. Le richieste del Comune, che dovranno essere soddisfatte entro metà gennaio, pongono l’associazione di fronte a una sfida cruciale: dimostrare che la sua missione sportiva non è stata compromessa da un’eccessiva commercializzazione. La risposta a queste domande non solo influenzerà il futuro dell’associazione, ma avrà anche ripercussioni sul panorama sportivo e sociale della città di Como.

Scritto da Redazione

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