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Il contesto del Codice Identificativo Nazionale
Il Codice Identificativo Nazionale (CIN) rappresenta una novità significativa per il settore degli affitti brevi in Italia, introdotto per garantire una maggiore trasparenza e sicurezza nel mercato. Con l’obiettivo di identificare facilmente gli alloggi legali, il CIN dovrebbe migliorare l’esperienza dei turisti, rendendo più semplice per loro scegliere strutture conformi alle normative vigenti. Tuttavia, l’implementazione di questo sistema ha sollevato preoccupazioni tra i proprietari e i gestori di case vacanza, che si trovano ad affrontare una serie di difficoltà operative.
Le difficoltà nella registrazione del CIN
Secondo l’Aigab (Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi), la situazione attuale è preoccupante: su 358.220 CIN rilasciati, circa il 34% delle strutture non ha ancora completato la registrazione. Questo ritardo è attribuibile a vari fattori, tra cui la mancanza di supporto da parte degli uffici comunali e regionali. Molti proprietari hanno segnalato di aver inviato richieste di chiarimento senza ricevere risposte, creando un clima di incertezza e frustrazione. La difficoltà di associare il CIN a un Codice Identificativo Regionale (CIR) esistente aggrava ulteriormente la situazione, lasciando molti immobili inutilizzati e i proprietari in una condizione di stallo economico.
Le conseguenze delle incertezze normative
Le implicazioni di questa situazione sono gravi. A partire dal , i proprietari che non riusciranno a ottenere il CIN potrebbero affrontare sanzioni significative. Inoltre, le piattaforme di prenotazione, in conformità con il decreto legge n. 145 art. 13 ter, bloccheranno gli annunci privi di CIN, impedendo ai legittimi proprietari di ricevere prenotazioni. Questo non solo danneggerà i gestori, ma avrà anche ripercussioni sugli ospiti che hanno già confermato le loro prenotazioni. La richiesta di Aigab al Ministero del Turismo di estendere la scadenza di registrazione di almeno due mesi è quindi cruciale per evitare un collasso del settore e garantire una transizione più fluida verso il nuovo sistema.